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Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini
Definito dallo zio un 'falento', ossia un fannullone senza talento.
Giacomo Antonio Domenico Michele Secondo Maria Puccini ( 22/11/1858 – 29/11/1924) era il sestogenito dei nove figli.
Maestri di cappella del Duomo di Lucca da 4 generazioni i Puccini e i loro antenati avevano lavorato per la prestigiosa Cappella Palatina della Repubblica di Lucca. Il padre di Giacomo era, già dai tempi del Duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone, uno stimato professore di composizione presso l'Istituto Musicale Pacini. La morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva cinque anni, mise in condizioni di ristrettezza la famiglia. Il giovane musicista fu mandato a studiare presso lo zio materno, Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non particolarmente dotato e soprattutto poco disciplinato (un 'falento', come giunse a definirlo, ossia un fannullone senza talento).
Maestri di cappella del Duomo di Lucca da 4 generazioni i Puccini e i loro antenati avevano lavorato per la prestigiosa Cappella Palatina della Repubblica di Lucca. Il padre di Giacomo era, già dai tempi del Duca di Lucca Carlo Lodovico di Borbone, uno stimato professore di composizione presso l'Istituto Musicale Pacini. La morte del padre, avvenuta quando Giacomo aveva cinque anni, mise in condizioni di ristrettezza la famiglia. Il giovane musicista fu mandato a studiare presso lo zio materno, Fortunato Magi, che lo considerava un allievo non particolarmente dotato e soprattutto poco disciplinato (un 'falento', come giunse a definirlo, ossia un fannullone senza talento).
Giacomo si iscrisse poi all'Istituto Musicale di Lucca dove il padre era stato, come detto, insegnante. Ottenne buonissimi risultati con il professor Carlo Angeloni, già allievo di Michele Puccini, mostrando un talento destinato a pochi. A quattordici anni Giacomo poté già iniziare a contribuire all'economia familiare suonando l'organo in varie chiese di Lucca. A questo periodo risalgono le prime composizioni note, tra cui spiccano una cantata
(I figli d'Italia bella, 1877), un mottetto (Mottetto per San Paolino, 1877). Nel 1880, all'ottenimento del diploma presso l'Istituto Pacini, compose, quale saggio finale, una Messa a quattro voci con orchestra, che, eseguita nella Basilica di San Paolino, suscitò l'entusiasmo della critica lucchese.
(I figli d'Italia bella, 1877), un mottetto (Mottetto per San Paolino, 1877). Nel 1880, all'ottenimento del diploma presso l'Istituto Pacini, compose, quale saggio finale, una Messa a quattro voci con orchestra, che, eseguita nella Basilica di San Paolino, suscitò l'entusiasmo della critica lucchese.
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